6 Ottobre 2025 Ricercatori dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara (Dipartimento di Scienze Mediche, Orali e Biotecnologiche -DSMOB-, e Center for Advanced Studies and Technology -CAST-), in collaborazione con il Centro Regionale Fibrosi Cistica Regione Abruzzo - Ospedale San Liberatore di Atri (ASL di Teramo), sono i primi al mondo ad aver pubblicato un metodo che consente di quantificare i farmaci modulatori CFTR in campioni non invasivi, come tampone nasale e sudore, aprendo nuove prospettive di medicina personalizzata. È stato pubblicato su Biomedicine & Pharmacotherapy lo studio “Development and application of a multimatrix LC–MS/MS method for quantifying elexacaftor–tezacaftor–ivacaftor”, che propone un approccio innovativo e meno invasivo per il monitoraggio terapeutico dei farmaci modulatori CFTR (elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor, KAFTRIO), oggi al centro del trattamento della fibrosi cistica. Lo studio, guidato dal professor Antonio Recchiuti, docente di Patologia clinica presso il Dipartimento di Scienze Mediche, Orali e Biotecnologiche (DSMOB) della “d’Annunzio”, dal Dott. Matteo Mucci e dal Dott. Pietro Ripani, dimostra per la prima volta al mondo la possibilità di quantificare i farmaci modulatori CFTR non solo nel plasma e nel sangue secco, ma anche nel tampone nasale e nel sudore, grazie a un unico metodo analitico basato su cromatografia liquida e spettrometria di massa tandem (LC–MS/MS). Questo risultato è stato reso possibile grazie al sostegno della Lega Italiana Fibrosi Cistica (LIFC) Abruzzo e della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica (FFC), che da anni promuovono e finanziano studi mirati a migliorare le conoscenze scientifiche e la qualità di vita delle persone con fibrosi cistica. Questa strategia rappresenta un passo importante verso un monitoraggio terapeutico personalizzato, utile non solo a ottimizzare i trattamenti, ma anche ad adattarli a pazienti con esigenze specifiche, come bambini, donne in gravidanza e persone con mutazioni rare del gene CFTR.“Il nostro metodo - spiegano sottolineano il professor Antonio Recchiuti ed il Dott. Matteo Mucci - permette di ottenere informazioni sia sistemiche che locali sulla distribuzione dei modulatori CFTR con procedure semplici e poco invasive. Si tratta di uno strumento che potrà migliorare la personalizzazione delle cure e ridurre i disagi per i pazienti”. “Questo lavoro - aggiunge il Dott. Pietro Ripani, direttore del Centro Regionale Fibrosi Cistica di Atri - dimostra come sia possibile tradurre la ricerca in strumenti concreti per la cura del paziente, semplificando il monitoraggio terapeutico e aprendo nuove prospettive di diagnostica” - Articolo Biomedicine & Pharmacotherapy - mucci et al 2025 L’articolo completo è disponibile in open access su Biomedicine & Pharmacotherapy