Il progetto MyoGravity, coordinatrice la Prof. Fulle, è tra i progetti finanziati dall'ASI selezionati per la missione umana Expedition 52/53

14 Novembre 2016
Il progetto MyoGravity di cui è coordinatrice la Prof. Fulle è uno degli 8 progetti finanziati dall'Agenzia Spaziale Italiana selezionati per la missione umana Expedition 52/53, destinazione la Stazione Spaziale Internazionale.
MyoGravity

La prof.ssa Stefania Fulle è risultata vincitrice di un bando di concorso per il finanziamento di un progetto nell’ambito del “Bando di Volo Umano Spaziale per Ricerche e Dimostrazioni Tecnologiche sulla Stazione Spaziale Internazionale” dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

Il 23 e il 24 novembre la prof.ssa Stefania Fulle parteciperà, in qualità di PI, presso la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana, alle giornate di presentazione degli esperimenti che verranno effettuati sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

Saranno 8, tutti dedicati alle scienze della vita, gli esperimenti specificamente selezionati per la missione umana Expedition 52/53, destinazione la ISS, terza missione di lunga durata dell'agenzia Spaziale Italiana nata dall'accordo con la NASA per i moduli MPLM, e che vedrà impegnato l'astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea Paolo Nespoli. Le sperimentazioni sulla ISS rappresentano un'opportunità per tutelare la salute nello spazio così come sulla Terra.

Tra i progetti selezionati c’è MyoGravity, progetto coordinato dalla prof. Stefania Fulle del Dip. di Neuroscienze Imaging e Scienze Cliniche, che vede coinvolti altri gruppi di ricerca italiani, delle Università di Perugia, della “Sapienza” di Roma e de L’Aquila, oltre ad un partner industriale, Kayser Italia srl, per il supporto tecnologico degli esperimenti sulla ISS.

Dal 2000, la ISS è ininterrottamente abitata da gruppi di astronauti di vari paesi che si avvicendano nel tempo. La vita a bordo della ISS è caratterizzata dalla quasi assenza di gravità (microgravità), il che rappresenta un problema per gli astronauti, soprattutto nelle permanenze o nei voli di lunga durata. Lasciando l’ambiente terrestre, infatti, gli astronauti vanno incontro ad alterazioni in diversi organi e tessuti, tra cui il muscolo scheletrico, che manifesta atrofia, con perdita di massa muscolare e alterazione nella composizione delle miofibre. Proprio in questo ambito si inserisce il progetto MyoGravity, che si propone di analizzare le alterazioni molecolari a cui vanno incontro le cellule satelliti umane, ossia le cellule staminali adulte del muscolo scheletrico, responsabili dell’accrescimento e del mantenimento della massa muscolare nella vita adulta nonché della rigenerazione muscolare in seguito a un danno, ambito di ricerca di cui da anni si occupa la Prof.ssa Fulle.