Giulia Zona - Personale Amministrativo e Tecnico

Giulia Zona

Magnifico Rettore, Professori, Direttore Generale, Autorità, studenti, colleghi, rivolgo a voi tutti un cordiale saluto.
Ringrazio il Magnifico Rettore e il Direttore Generale per l’opportunità che mi è stata concessa. In questa giornata si celebra una cerimonia solenne. Una ricorrenza e un appuntamento puntuale nel quale l’Ateneo riassume i risultati conseguiti nell’ultimo anno e gli obiettivi che si intendono perseguire, con l’ausilio del lavoro svolto da ogni componente di questa comunità.
In rappresentanza del personale amministrativo e tecnico del nostro Ateneo sono consapevole della grande responsabilità nei confronti dei miei colleghi che non vorrei proprio disattendere. Gli ultimi anni sono stati anni di cambiamento, anni di trasformazione assolutamente necessari seppur dolorosi in alcuni casi. Tutto questo ha provocato una frattura tra il personale. In alcuni momenti il clima non è stato disteso, forse per alcuni di noi non lo è ancora ma è evidente che alcune scelte non si potevano evitare.
Il Sistema Universitario infatti e la Pubblica Amministrazione in generale, sono stati teatro di un susseguirsi di riforme e innovazioni di forte spessore che hanno, in certi casi, prodotto una rivoluzione nei modus operandi adottati in precedenza e fermi per troppo tempo in uno sterile immobilismo.
Innumerevoli sono state le leggi, dalla Brunetta alla Gelmini, per non parlare delle leggi sulla trasparenza, sulla prevenzione della corruzione, sulle incompatibilità e inconferibilità. Negli ultimi tempi, una delle novità più eclatanti riguarda la normativa sulla dematerializzazione degli atti amministrativi che ha già iniziato a produrre un nuovo modo di concepire il lavoro pubblico.
In tutto il contesto, per il quale si potrebbe parlare all’infinito, un elemento fondamentale e imprescindibile è che con l’incremento della tecnologia non si può dimenticare il ruolo che gioca il capitale umano del quale non si può fare a meno.  Il personale sta avendo l’onere e l’onore di traghettare le attività dalle vecchie procedure alle nuove.
Da noi il fenomeno si sta realizzando in contemporanea ad una progressiva diminuzione del personale TA a causa dei pensionamenti non compensati da nuove assunzioni. il rapporto tra personale TA e docente è infatti inferiore al 50% rispetto alla media nazionale che si attesta al 94%.
Tale realtà è inoltre aggravata dalle trascorse politiche del personale che hanno portato a non prevedere figure dirigenziali ed un numero davvero esiguo di funzionari EP, ridotti fino a settembre 2015 a due sole unità. Anche i funzionari di livello D in grado di assumere l’incarico di responsabilita’ sono ancora insufficienti e, nonostante la sostanziosa attività formativa degli ultimi anni, forse il livello di preparazione non è ancora ottimale per far fronte efficacemente alla copiosa proliferazione normativa di quest’ultimo quinquennio.
Ed è stato grazie alla volontà, all’individuale senso di responsabilità e dovere di buona parte del personale e alla determinazione del Direttore Generale se gli obiettivi previsti dalle nuove norme si stanno concretizzando.
C’è da dire che l’attuale amministrazione ha dimostrato particolare attenzione alla nostra pianta organica e ha dato inizio ad un progressivo incremento del numero dei funzionari, anche di livello EP. Ma questo non è risultato ancora sufficiente a risolvere gli attuali disagi. In attesa del completamento di questo processo di copertura di tutti gli incarichi di responsabilità previsti in pianta organica sarebbe auspicabile una maggiore collaborazione ed un colloquio basato sul rispetto reciproco. Il segreto del successo, a mio avviso, di una organizzazione  è proprio la capacità di perseguire efficacemente i propri obiettivi ottimizzando al massimo le competenze e la motivazione delle persone che vi operano all’interno. E dunque non si può sottovalutare il ruolo e la collaborazione del personale TA e la sua valorizzazione mediante la formazione affinché ne venga potenziata la qualità. E’ importante un maggior coinvolgimento del personale nei processi decisionali e di riorganizzazione basati sul dialogo, sul confronto e sul rispetto di corrette relazioni sindacali con le rappresentanze dei lavoratori. D’altra parte la voglia di una giustizia che a volte non viene percepita deve spingere tutti noi a crescere. Il motto di Rita Levi Montalcini deve essere da monito “nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva”.
Ritengo che il benessere organizzativo, la motivazione, il rispetto, rappresentino l’indice di appartenenza all’Ateneo. Il nostro Ateneo è una gemma incastonata in un conteso sociale, economico, politico, culturale e anche sanitario perché no? Ciascuno di noi è chiamato con coerenza e lealtà ad occupare il proprio posto e a svolgere il proprio ruolo. Non incolpiamo sempre l’altro in quanto causa del nostro disagio, adoperiamoci per primi a fare un passo verso la direzione giusta, verso la riconciliazione! Tuttavia, pur essendo il mio monito uno stimolo ad impegnarci al massimo e ad offrire il nostro miglior contributo per il raggiungimento degli obiettivi aziendali a beneficio e a lustro dell’Ateneo, mi preme spezzare una lancia a favore di una maggiore gratificazione del personale amministrativo e tecnico. La maggior parte di noi è infatti animata da autentico coinvolgimento e motivazione al lavoro. In qualsiasi progetto si applica, dà il massimo, spesso rimanendo in ufficio oltre l’orario di lavoro e accogliendo con spirito di sacrificio i nuovi incarichi.  Questo spirito unito a una buona motivazione inducono ad iniziare serenamente una nuova giornata lavorativa e ad essere sempre propositivi allo scopo di crescere sul piano professionale ed umano. Nella fase di cambiamento della P.A., dove molto valore è attribuito alla meritocrazia, occorrerebbe riconoscere che la crescita e lo sviluppo dell’Ateneo sono legati alla volontà, capacità e, perché no, anche alla generosità e allo spirito di abnegazione di parte dei dipendenti.
Chi merita va incentivato, gratificato, altrimenti si ha la sensazione che impegnarsi nel lavoro, essere creativi e propositivi, avere un approccio collaborativo nei rapporti con i colleghi, sia una fatica inutile
Noi viviamo un appiattimento retributivo.  E’ chiaro che l’incentivazione o gratificazione che dir si voglia non può che essere economica.  In tempi in cui si fa fatica ad arrivare a fine mese, la serenità economica vuol dire anche serenità sul lavoro e serenità in famiglia.
In tutto questo discorrere non va mai perso di vista l’obiettivo finale del nostro operato: lo studente. Il raggiungimento del nostro fine, la nostra soddisfazione, risiede nella capacità di ascoltare, di comprendere e di esaudire le aspettative e le esigenze dei nostri iscritti, tenuto conto anche che il nostro Ateneo ospita molti studenti fuori sede e numerosi stranieri, alcuni con difficoltà di lingua e di ambientazione.
Ogni giorno il personale delle Aree didattiche, con competenza, con capacità di relazione e di comunicazione si mette a disposizione degli studenti e delle loro famiglie.  Con doti di introspezione, non tralasciando mai la consapevolezza di avere di fronte materiale umano, cerca di intuire e di capire le problematiche esposte e di fornire le risposte giuste, adeguate, che spesso vanno oltre l’applicazione della semplice normativa.
 Non volendo interpretare appieno il ruolo di cicero pro domo sua dopo aver passato esattamente trent’anni della mia vita lavorativa in tale settore mi sento in dovere di affermare che pur comprendendo che il nostro Ateneo è una macchina con tanti ingranaggi, tutti ugualmente importanti per un’azione sinergica, tutte le strutture a diretto contatto con la componente studentesca, incluse le Segreterie Studenti, meriterebbero maggiore attenzione proprio per il ruolo di anello di congiunzione tra l’Organizzazione da una parte e gli studenti dall’altra.
In passato alle Segreterie Studenti non è mai stato riconosciuto il giusto ruolo che rivestono. Troppo spesso sono state viste addirittura quasi come un posto di lavoro di serie B. Per il futuro auspico una maggiore attenzione per un settore dell’Amministrazione che è la prima struttura in cui si imbatte lo studente all’inizio della sua carriera.
Per concludere un pensiero affettuoso lo vorrei dedicare ai colleghi della Cooperativa Leonardo che ogni giorno, con tanta dedizione, partecipano al lavoro nei nostri uffici, senza garanzie per il futuro. L’auspicio è che in tempi brevi siano banditi nuovi concorsi e sia offerta loro una possibilità di stabilità economica, doverosa anche dal punto di vista umano.
Ringrazio per l’attenzione