Programma esteso
PREMESSA
Negli ultimi tempi, l’urbanistica ha progressivamente perso la sua capacità di progetto, limitandosi nel migliore dei casi a garantire le salvaguardie passive. Oggi invece l’urbanistica, dopo aver esplorato direzioni di ricerca che l’hanno allontanata dalla sua mission originaria, deve ritrovare il centro del suo statuto disciplinare nel progetto dello spazio urbano, recuperando una consapevole attenzione agli esiti delle azioni e degli interventi sui luoghi dell’abitare.
CONTENUTO DISCIPLINARE
Anche se è opportuno che la progettazione urbanistica riconquisti la sua centralità in un processo consapevole di governo delle trasformazioni dello spazio locale, assumendosi la responsabilità tecnica di “dare forma” all’insediamento urbano, la complessità delle attuali dinamiche di trasformazione degli assetti impone una nuova e diversa integrazione tra campi disciplinari differenti e distanti. Non è più solo il riferimento del progetto alle logiche di contesto o alle questioni della sostenibilità ambientale che basta a garantire l’approccio interdisciplinare. La vera esigenza è quella di far entrare a pieno titolo nei programmi di governo delle trasformazioni le tecniche e le metodiche di altre discipline, davvero distanti dall’urbanistica di matrice architettonica: l’economia applicata, la sociologia del consenso, l’ingegneria finanziaria.
In questo caso l’integrazione diventa sostanziale: non basta che le funzioni proposte nel programma si confrontino con la domanda di mercato, ma è la stessa logica di mercato che deve essere posta alla base del processo di individuazione dei programmi di intervento.
L’urbanistica diventa “performativa” e non più “regolativa”. Punta al raggiungimento del risultato, individuando ex ante gli obiettivi di convenienza pubblica (performance) e lasciando alla libera organizzazione degli attori la definizione delle modalità per garantirli.
Il nuovo “progetto urbanistico” deve essere capace di farsi carico delle scelte di organizzazione dello spazio antropico alle diverse scale, in relazione critica con le norme dei piani urbanistici e in coerenza con le generali strategie di sviluppo socioeconomico. Bisogna tornare a lavorare sulle relazioni fisiche che configurano gli spazi, nella convinzione che opportune forme di assetto spaziale possano influire positivamente sullo sviluppo della società e sulla qualità della vita.
La nuova urbanistica è chiamata, oggi, a fornire soluzioni spaziali: (i) proattive nei confronti delle dinamiche dello sviluppo; (ii) coerenti con le esigenze della sostenibilità ambientale; (iii) congrue rispetto alle questioni della fattibilità; (iv) compatibili con le dinamiche del mercato; e soprattutto (v) rispondenti alle necessità delle comunità locali e dei cittadini.
TEMA DELL’ESERCIZIO APPLICATO
Ormai definitivamente sancita la priorità strategica di contenere l’ulteriore consumo di suolo, il tema della progettazione urbanistica si rivolge necessariamente al ripensamento della città esistente. Il ridisegno della città contemporanea è guidato, dunque, da nuove proposte di sviluppo che siano capaci di “rimettere in gioco” parti di città che hanno perso significato, ma anche da nuovi paradigmi del progetto capaci di introdurre nel tessuto urbano contenuti innovativi di sostenibilità ambientale e di qualità dell’abitare.
Il tema della esercitazione progettuale è, quindi, quello della riprogettazione di parti di città che assumano nuovi ruoli strategici in relazione a rinnovate esigenze di contesto. Lo slogan che sta alla base del laboratorio (“il doppio della cubatura in metà dello spazio”) allude ad una progettazione urbanistica di dettaglio che assuma la sua ragion d’essere da questioni di tipo strategico, per lo più riferite: (i) alla sostenibilità ambientale dell’insediamento umano; (ii) alla competitività economica del sistema urbano; (iii) alla accessibilità fisica e sociale della città.
Il progetto urbanistico, dunque, pur assumendo le caratteristiche e i contenuti della rigorosità tecnica, deve individuare forme virtuose di “compliance tra reti e luoghi”, in grado di far convivere in maniera sinergica e virtuosa le esigenze di funzionamento globale del sistema con la qualità della vita nello spazio urbano locale.
SVOLGIMENTO DEL LABORATORIO
Gli studenti potranno operare in piccoli gruppi, ma ogni studente sarà comunque tenuto a dimostrare il suo specifico apporto al lavoro di gruppo. Il progetto di intervento alla scala urbanistica di dettaglio dovrà assumere la forma del piano particolareggiato esecutivo o dell’intervento integrato di urbanistica concertata.
Il progetto urbanistico dovrà: (i) individuare la strategia di riferimento, proponendo una nuova visione spaziale di scala urbana; (ii) elaborare una soluzione urbanistica di dettaglio, coerente con la strategia di riferimento ed efficace al raggiungimento della stessa; (iii) verificare che la soluzione proposta raggiunga il duplice obiettivo di raddoppiare la quantità del costruito, raddoppiando anche lo spazio disponibile per specifiche esigenze di tipo strategico.