• Johann Wolfgang Goethe, Wilhelm Meister. Gli anni dell’apprendistato, traduzione di Anita Rho ed Emilio Castellani, con un saggio di Hermann Hesse e in appendice brani dal carteggio Goethe-Schiller, Milano, Adelphi, 1976 (e edizioni successive).
• Thomas Mann, La montagna magica, a cura e con introduzione di Luca Crescenzi e un saggio di Michael Neumann. Traduzione di Renata Colorni, Mondadori, I Meridiani, Milano 2011 oppure Thomas Mann, La montagna incantata, traduz. e introduz. di Ervino Pocar, ed. originale Mondadori, Milano 1965 (le due traduzioni, oltre alla prima in italiano realizzata da Bice Giachetti-Sorteni, verranno messe a confronto durante le lezioni).
• Franco Moretti, Il romanzo di formazione, Torino, Einaudi 2015.
• Mario Domenichelli, Il romanzo di formazione nella tradizione europea, in Maria Carla Papini, Daniele Fioretti, Teresa Spignoli, Il romanzo di formazione nell’Ottocento e nel Novecento, Pisa, ETS 2007, pp. 11-37.
• Un romanzo a scelta dalla lista A (da esporre a lezione e su cui produrre un elaborato scritto).
• Un saggio critico a scelta dalla lista B (per l’elaborato scritto).
• Uno o due saggi critici consigliati dal docente per la stesura di un elaborato scritto (esercizio utile in vista della scrittura della tesi di laurea).
*Nell’ultima parte del corso lo studente sceglierà un romanzo della lista A e ne esporrà a lezione le caratteristiche, basandosi sulle nozioni a carattere teorico e sull’analisi dei romanzi di Goethe e Mann oggetto della prima parte del corso.
Lista A:
• Wolfram von Eschenbach, Parzival, ca. 1210, ca. 500 p. (Parzival, introduzione di Laura Mancinelli, diverse edizioni)
• Hans J. Ch. von Grimmelshausen, Der abenteuerliche Simplicissimus, 1668-69, ca. 700 p. (L’avventuroso Simplicissimus, trad. di Ugo Dettore e Bianca Ugo, diverse edizioni)
• Christoph Martin Wieland, Geschichte des Agathon, 1766-67, ca. 700 p. (la traduzione italiana è in corso di pubblicazione)
• Karl Philipp Moritz, Anton Reiser, 1785-86, ca. 400 p. (Anton Reiser, trad. di Simonetta Cantagalli, Pisa, Jacques e i suoi quaderni, 1996)
• Wolfgang Amadeus Mozart & Emanuel Schickaneder, Die Zauberflöte, 1791, ca. 50 p. (Il flauto magico, opera in musica, diverse traduzioni italiane, meglio se commentate)
• Friedrich Hölderlin, Hyperion, 1797-99, ca. 200 p. (Iperione, edizioni Bompiani, Guanda o Studio Tesi; non Feltrinelli)
• Novalis, Heinrich von Ofterdingen, 1800-1802, ca. 200 p. (Enrico di Ofterdingen, edizione a cura di L. V. Arena, Oscar Mondadori, 1998)
• Jean Paul, Titan, 1804-1805, ca. 650 p. (Anni acerbi, edizione a cura di Liborio Mario Rubino, Guida, 1990)
• E. T. A. Hoffmann, Meister Floh, 1822, ca. 200 p. (Mastro Pulce, edizione a cura di Matteo Galli in Fiabe, L’Orma, 2015)
• Eduard Mörike, Maler Nolten, 1832, 488 p. (Nolten il pittore, edizione a cura di Gemma Sartori, Utet, 1971)
• Carl Leberecht Immermann, Die Epigonen, 1836, 134 p. (Non esiste traduzione italiana)
• Jeremias Gotthelf, Wie Uli der Knecht glücklich wird, 1841, 550 p. (Uli il servo, traduzione di Ervino Pocar, Mondadori, 1953)
• Gottfried Keller, Der grüne Heinrich, 1855/1880, ca. 800 p. (Enrico il Verde, trad. di Leonello Vincenti, ed. Einaudi Tascabili, 1992)
• Adalbert Stifter, Nachsommer, 1857, ca. 800 p. (Tarda estate, a cura di Margherita Cottone, Palermo, Novecento, 2005)
• Franz Kafka, Der Verschollene, 1926, ca. 200 p. (America o Il disperso, con introduzione di Max Brod, Milano, Feltrinelli, 2008)
• Alfred Döblin, Berlin Alexanderplatz, 1929, 550 p. (Berlin Alexanderplatz, trad. di Alberto Spaini, Milano, BUR, 2008)
• Johannes R. Becher, Abschied, 1940, 400 p. (Addio, trad. di E. Gerla, Milano, Parenti, 1960)
• Günter Grass, Die Blechtrommel, 1959, 736 p. (Il tamburo di latta, trad. di Bruna Bianchi, Milano, Feltrinelli, 2009)
• Peter Weiss, Abschied von den Eltern/Fluchtpunkt, 1961-62, 173 p. (Congedo dai genitori/Punto di fuga, trad. di Ugo Gimmelli, diverse ed. Einaudi o Mondadori)
• Christa Wolf, Nachdenken über Christa T., 1968, 240 p. (Riflessioni su Christa T., traduzione di Amina Pandolfi, prefazione di Anna Chiarloni, Milano, Mursia, 1990 oppure Roma, E/O, 2003)
• Peter Handke, Der kurze Brief zum langen Abschied, 1972, 194 p. (Breve lettera del lungo addio, trad. di Bruna Bianchi, Milano, Feltrinelli, 1982)
• Thomas Bernhard, Autobiographie, 1975-82, 570 p., (Autobiogafia, a cura di Luigi Reitani, Milano, Adelphi, 2013, NB: costoso!)
• Michael Ende, Die unendliche Geschichte, 1979, 430 p. (La storia infinita, trad. di Amina Pandolfi, Milano, Longanesi, 2014)
• Elfriede Jelinek, Die Klavierspielerin, 1983, 351 p. (La pianista, postf. di Luigi Reitani, Torino, Einaudi, 2005)
• Jörg Fauser, Rohstoff, 1984, 218 p. (Materia prima, trad. it. di Daria Biagi, Roma, L’Orma, 2017)
• Botho Strauß, Der junge Mann, 1984, 320 p. (Il giovane, trad. it. di Umberto Gandini, Milano, Garzanti, 1990)
• Herta Müller, Reisende auf einem Bein, 1989, 165 p. (In viaggio su una gamba sola, trad. di Lidia Castellani, Venezia, Marsilio, 2010)
• Thomas Bernhard, Auslöschung, 1989, 650 p. (Estinzione, trad. di Andreina Lavagetto, Milano, Adelphi, 1996)
• Christian Kracht, Faserland, 1995, 165 p. (non esiste traduzione italiana)
• Jens Sparschuh, Der Zimmerspringbrunnen, 1995, 150 p. (Il venditore di fontane, trad. di Matteo Galli, Firenze, Le Lettere, 2000)
• Emine Sevgi Özdamar, Die Brücke vom Goldenen Horn, 1998, 330 p. (Il ponte del corno d’oro, trad. di Umberto Gandini, Firenze, Ponte alle Grazie, 2010)
• Terézia Mora, Alle Tage, 2004, 429 p. (Tutti i giorni, trad. di Margherita Carbonaro, Milano, Mondadori, 2009)
• Saša Stanišić, Wie der Soldat das Grammofon repariert, 2006, 315 p. (La storia del soldato che riparò il grammofono, trad. di Lisa Scarpa, Milano, Frassinelli, 2007)
• Clemens Meyer, Als wir träumten, 2006, 517 p. (Eravamo dei grandissimi, trad. di Roberta Gado, Rovereto, Keller, 2016)
• Wolfgang Herrndorf, Tschick, 2010, 270 p. (Goodbye Berlin, trad. di Alessandra Valtieri, Milano, Rizzoli, 2015)
• Judith Schalansky, Der Hals der Giraffe. Ein Bildungsroman, 2011, 222 p. (Lo splendore casuale delle meduse, trad. di Flavia Pantanella, Roma, Nottetempo, 2013)
• Maja Haderlap, Engel des Vergessens, 2011, 260 p. (L’angelo dell’oblio, trad. di Franco Filice, Rovereto, Keller, 2014)
• Gerhard Henschel, Bildungsroman, 2014, 576 p. (non esiste traduzione italiana)
• Lutz Seiler, Kruso, 2014, 428 p. (Kruso, trad. di Paola Del Zoppo, Roma, Del Vecchio, 2015)
** Lo studente, almeno 15 giorni prima dell’esame orale, dovrà presentare un elaborato scritto sul romanzo che ha scelto di esporre a lezione, tenendo presenti le osservazioni di docente e compagni e integrando le sue riflessioni con un testo critico della lista B e uno o due ulteriori saggi consigliati dal docente.
Lista B:
• Herbert Marcuse [1922], Il romanzo d’artista nella letteratura tedesca, Torino, Einaudi, 1985, XI-444 p.
• Viktor Šklovskij [1925], Teoria della prosa, Torino, Einaudi, 1976 [e edizioni successive], 325 p., in particolare il saggio La letteratura estranea all‘intreccio [sul Meister].
• Michail Bachtin [ca. 1935], Estetica e romanzo. Teoria letteraria e scienze umane, a cura di Clara Strada Janovic, Torino, Einaudi, 1979 [e edizioni successive], fino a p. 244, in particolare il saggio Il romanzo di educazione e il suo significato nella storia del realismo.
• Michail Bachtin, L’autore e l’eroe. Teoria letteraria e scienze umane, a cura di Clara Strada Janovic, Torino, Einaudi, 2000, 430 p.
• Erich Auerbach [1946], Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale, Torino, Einaudi, 1956 [e edizioni successive], l’intero vol. II, in particolare il capitolo Miller il musicista.
• György Lukács [1949], Goethe e il suo tempo, a cura di Andrea Casalegno, Torino, Einaudi, 1983, XIX-277 p., in particolare il saggio Gli anni di noviziato di Wilhelm Meister.
• György Lukács, Problemi di teoria del romanzo, a cura di Vittorio Strada, Torino, Einaudi, 1976, 272 p., in particolare il saggio “il romanzo come epopea del borghese”.
• György Lukács, Saggi sul realismo, Torino, Einaudi 1956, 374 p. (in particolare il saggio sul Meister; ma utili anche le riflessioni su altri romanzi).
• Giuliano Baioni [1969], Goethe. Classicismo e rivoluzione, Torino, Einaudi, 1998, 322 p., in particolare il capitolo I Lehrjahre e la restaurazione del bello, pp. 161-213.
• Ladislao Mittner, Storia della letteratura tedesca, II: Dal pietismo al romanticismo (1700-1820), tomo secondo, Torino, Einaudi, 1971 [e edizioni successive], pp. 297-691 (contiene i capitoli Lo Sturm und Drang, Il Classicismo, e Altre correnti del secondo Settecento), in particolare i paragrafi sul Wilhelm Meister, pp. 527-536.
• Rolf Selbmann, Der deutsche Bildungsroman, Stuttgart, Metzler, 1984 [1994²], 214 p.
• Pierre Hadot [2008], Ricordati di vivere. Goethe e la tradizione degli esercizi spirituali, Milano, Cortina, 2009, 174 p., con l’aggiunta del saggio Esercizi spirituali, in Pierre Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica [1988], a cura e con una prefazione di Arnold I. Davidson, Torino, Einaudi, 2015, pp. 29- 68.
• Thomas G. Pavel [2013], Le vite del romanzo. Una storia, a cura e con una postfazione di Massimo Rizzante, Milano, Mimesis, 2015, 420 p.
• Mariolina Bertini et al., Autocoscienza e autoinganno. Saggi sul romanzo di formazione, Napoli, Liguori, 1985, 160 p.
• Roberta Ascarelli, Ursula Bavaj, Roberto Venuti, L’avventura della conoscenza. Momenti del Bildungsroman dal Parzival a Thomas Mann, Napoli, Guida, 1992, 317 p.
• Cesare Giacobazzi, L’eroe imperfetto e la sua virtuosa debolezza. La correlazione tra funzione estetica e funzione formativa nel Bildungsroman, Quinto Vicentino, Guaraldi, 2001, 179 p.
• Jürgen Jacobs, Wilhelm Meister und seine Brüder. Untersuchungen zum deutschen Bildungsroman, München, Wilhelm Fink Verlag, 1972, 332 p.
• Joseph Campbell, L'eroe dai mille volti, trad. Franca Piazza, Milano, Feltrinelli, 1958; (oppure Parma, Guanda, 2000 o Torino, Lindau, 2012), 528 p. ca.
• Michael Minden, The German Bildungsroman. Incest and Inheritance, Cambridge, Cambridge University Press, 1997, 291 p.
Programma per non frequentanti
Gli studenti non frequentanti sono tenuti a studiare, oltre a quanto indicato nella bibliografia primaria, (non uno ma) due romanzi a scelta dalla lista A. Sono tenuti altresì a scrivere la tesina.