Nel complesso i tre moduli, si propongono di approfondire le differenti linee di tendenza culturale Otto e Novecentesche. Senza escludere lo studio dei contesti culturali tra Ottocento e Novecento, i tre moduli mirano ad offrire una rappresentazione della fenomenologia letteraria assumendo la narratività come momento modellizzante nell’epoca Vittoriana così come nel Ventesimo secolo.
Modulo 1 (3 cfu): George Eliot e lo studio delle passioni
Una volta descritto il quadro epistemico-culturale del Vittorianesimo, il modulo si soffermerà sulla figura di George Eliot, artista che ha saputo rappresentare la complessa rete di rapporti che lega i grandi avvenimenti storici ai destini individuali, ponendo in primo piano la tematica delle reciproche interferenze tra sfere culturali differenti e assumendo spesso il punto di vista delle sue eroine, intrappolate nelle gabbie ideologiche dell’episteme vittoriana (ad eccezione delle eroine di Daniel Deronda). La trasformazione culturale e assiologica che si registrò fin dagli inizi dell’era vittoriana, insinuò come un veleno, all’interno del monolita costituito dalle teorie organicistiche, l’idea della distruzione e del deperimento inesorabile delle cose. In aperta contraddizione rispetto alle tesi cartesiane che, tentando un’analisi della mente e del soggetto umano, finirono col delineare un’immagine dualistica dell’uomo drammaticamente lacerata, compito specifico del dibattito sollevato dalla cosiddetta “psicologia fisiologica” inglese tra gli anni Trenta e Settanta dell’Ottocento fu quello di tentare di pervenire ad una risoluzione del problema cruciale rappresentato dal rapporto mente-corpo.
Le teorie evoluzionistiche di Darwin, lungi dal diventare una visione generale del mondo, si presentano come dogmi. Ѐ pur vero che la teoria evolutiva rappresenta oggi il paradigma entro il quale appare inscritta la riflessione sulla biologia.
Essendo la scienza costruita su teorie, che a loro volta formulano ipotesi, ne consegue che non c'è un assoluto su cui costruire concetti. Il cristianesimo afferma di non essere basato sulla teoria ma sulla rivelazione. Va da sé che è impossibile razionalizzare completamente il contenuto degli assiomi cristiani. Scientismo è quindi riduzionismo.
Doris Lessing arriva a un’estetica della trascendenza in cui converge anche la dottrina dell'umanità di Eliot. Il bene è possibile grazie al dono della solidarietà tra simili, della comunione che trascende i piccoli significati individuali per produrre, ad un livello superiore, l'armonia e una voce capaci di dialogare con il divino.