Missione nello Spazio con ASI e Nasa: il progetto coordinato dalla Prof.ssa Stefania Fulle

24 Agosto 2017

Lunedì 14 agosto 2017, alle 12.31 ora locale (18.31 in Italia), dal Kennedy Space Center Launch Pad 39-A di Cape Canaveral (Florida, USA) è decollato il razzo Falcon 9 di SpaceX che ha lanciato verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) la navicella Dragon CRS-12, con a bordo rifornimenti per l’equipaggio della ISS e una serie di esperimenti scientifici, alcuni dei quali italiani. Tra questi c'è il progetto MyoGravity, coordinato da Stefania Fulle, professore ordinario di Fisiologia dell'Università G.d'Annunzio che da anni si occupa di rigenerazione muscolare. Il progetto interamente italiano e finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), ha lo scopo di studiare gli effetti della microgravità sulla biologia delle cellule del muscolo scheletrico, uno degli organi più colpiti a seguito di lunghe permanenze nello spazio. Il progetto si basa sul presupposto che in assenza di gravità, come avviene nello spazio, il muscolo scheletrico va incontro ad atrofia, con perdita di massa muscolare e alterazione nella composizione delle miofibre, rappresentando un problema per potenziali viaggi di lunga durata nello spazio. La ISS è un luogo ideale per questo tipo di studi perché, gravitando in orbita terrestre bassa, risente della quasi assenza di gravità, o microgravità. L’attenzione a questi aspetti è legata anche al prossimo obiettivo della NASA di una missione umana su Marte, ma le informazioni che si otterranno saranno utili anche per comprendere meglio certe patologie che hanno alla base i meccanismi dell’atrofia muscolare. Il progetto MyoGravity, in particolare, ha previsto l’isolamento di cellule staminali adulte (cellule satelliti) da biopsie di muscolo scheletrico di soggetti volontari e dello stesso astronauta italiano, Paolo Nespoli, da poco meno di un mese a bordo della ISS. La biopsia all'astronauta è stata effettuata a fine maggio prima della sua partenza, avvenuta il 28 luglio scorso, per la missione di cinque mesi sulla ISS, che durerà fino al prossimo dicembre. Cellule satelliti isolate dall'astronauta e da un soggetto di controllo sono state amplificate e inviate il 14 agosto sulla ISS dove già si trova l’astronauta. Il confronto con le stesse cellule coltivate a terra in condizioni standard o di microgravità simulata (attraverso specifiche strumentazioni) permetterà di evidenziare le modificazioni indotte nelle cellule dalla microgravità. Insieme alle cellule umane, sono state inviate sulla ISS cellule muscolari murine iperesprimenti il fattore di crescita IGF-1 per verificare gli effetti protettivi di quest’ultimo nei confronti dell’atrofia muscolare da microgravità. Il team di ricercatori che si è recato a Cape Canaveral, tutto italiano, composto dalla professoressa Stefania Fulle e dalla dottoressa Ester Sara Di Filippo (entrambe dell’Università di Chieti-Pescara), dal prof. Sorci e dalla dottoressa Sara Chiappalupi dell'Università di Perugia (che fanno parte del gruppo di ricerca della Prof.ssa Fulle), è appena rientrato dalla missione che li ha visti operare per circa venti giorni all’interno dei laboratori della Space Station Processing Facility del Kennedy Space Center della NASA, dove hanno coltivato le suddette cellule e assemblato le unità sperimentali inviate sulla ISS, e hanno potuto assistere da breve distanza al lancio dello SpaceX-12. Il progetto MyoGravity fa parte di un gruppo selezionato da ASI di quattro progetti scientifici sul volo umano, denominato ASI-BIOMISSION. ASI ha inserito questi progetti nella missione VITA che vede l'astronauta Paolo Nespoli coinvolto in prima persona in questo e in altri progetti. MyoGravity coinvolge altri due gruppi di ricerca italiani: quello del prof. Antonio Musarò (Università Sapienza di Roma) e della professoressa Fernanda Amicarelli (Università de L’Aquila), oltre ad avvalersi della collaborazione tecnologica di Kayser Italia, azienda leader nel settore aerospaziale, che ha realizzato l’hardware e le speciali unità sperimentali in cui sono coltivate le cellule nella ISS.