Il Prorettore alla Cultura, Prof. Stefano Trinchese, partecipa alla IX edizione del Festival della Diplomazia

16 Ottobre 2018
Il Prorettore, prof. Stefano Trinchese, prende parte al IX Festival della Diplomazia che si tiene a Roma ogni anno in una sede diplomatica diversa, quest'anno presso l'ambasciata di Australia.
Il tema trattato è il sovranismo e lo stato nazionale in Europa dunque una delle tematiche di più stringente attualità del momento, con la partecipazione di altissime personalità del mondo diplomatico europeo, del diritto, della cultura e del giornalismo politico.
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La IX edizione del Festival della Diplomazia sarà dedicata alla riflessione sulle forze che, a livello territoriale e sistemico, in politica estera, determinano sia modifiche nell'equilibrio fra le potenze che le condizioni geopolitiche attuali, senza escludere quei fattori che sempre più spesso sfuggono al controllo degli Stati.
Si metterà in evidenza come si sia indebolito il concetto di sovranità degli Stati che, ai giorni nostri, qualcuno considera una pretesa illusoria, perchè in molti dei campi, dal clima alla gestione dei flussi migratori, esiste una forte antinomia fra la complessità dei fattori che agiscono sulla situazione attuale e la semplicità delle risposte che vengono proposte da chi evoca il ritorno a una sovranità nazionale.
Nell'annuale incontro di Davos dalle risposte sottoposte a 800 amministratori di grandi aziende si evidenzia che, fra i primi 5 rischi percepiti per il nostro mondo, ben 4 hanno a che fare con l'ambiente, e in particolare con la desertificazione del pianeta. Ciò sposta l'attività della diplomazia: dalla soluzione dei conflitti e delle crisi d'instabilità , alla ricerca di accordi che preservino il pianeta.
Ma cosa agisce realmente sullo sviluppo, sulla crescita e sugli equilibri mondiali al di fuori del controllo dei governi?
I fattori sono complessi. Demografia, clima, religione ed estremismi, digitalizzazione, ricerca scientifica, fondi d'investimento, carenza di risorse naturali, migrazioni, corsa allo spazio, cultura, sport, criminalità organizzata, terrorismo, senza sottovalutare l'importanza che in questo momento ricopre la tecnologia sia nell'ambito della sicurezza informatica che delle infrastrutture. Questo porta ad un ripensamento del concetto di globalizzazione.
Emerge chiaramente anche la carente capacità di presa della politica sulla gestione del futuro e il rischio di ricercare scorciatoie per la risoluzione dei problemi. Le forze profonde non necessariamente sono oscure, sono in realtà quei drivers con cui la politica non sa fare i conti.
Le tensioni che attualmente si riflettono sui sistemi politici e nei dibattiti partono dalla constatazione che nonostante in economia ci sia una crescita, la ripresa congiunturale e non ancora strutturale. Citando Baumann (retrotopia): la globalizzazione ci impone che "tutti" siamo noi e non ci sono più "loro".
L'utopia sostenibile prevede che nel noi venga incluso anche il nostro Pianeta, che non si costruiscano muri ma ponti, che la si smetta di difenderci ma che si provi a fare un salto. Certo che ciò provoca paure perchè la tecnologia impone cambi a una velocità sconosciuta finora, determinando la nuova geopolitica, facendo si che la produzione si concentri in alcuni paesi.
Da ciò il bisogno che la diplomazia si faccia portatrice di valori, specie in campo europeo, considerato il prossimo appuntamento delle elezioni politiche europee di maggio 2019.

Giorgio Bartolomucci, Segretario generale Festival della Diplomazia Beatrice Covassi, Capo della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia Antonella Cavallari, VDG Mondializzazione, Direttore Centrale America Latina e Caraibi, Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale Aurelio Regina, Presidente Onorario Festival della Diplomazia Giampiero Massolo, Presidente Comitato Scientifico Festival della Diplomazia, ISPI e Fincantieri

Università degli Studi "G.d'Annunzio" Chieti - Pescara  - Prof. Stefano Trinchese Prorettore